Perché il Burning Man va così di moda?

Negli ultimi anni è diventato uno dei festival più popolari al mondo, copiato in lungo e in largo e reso protagonista di storie e libri. Il Burning Man nel suo venticinquesimo anniversario ha raggiunto una fama planetaria inaspettata per gli organizzatori e una affluenza record per quello che sembra, da fuori, un semplice gigantesco falò. Da dove arriva questo successo?

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Facciamo un passo indietro. Correva l’anno 1991 quando un gruppo di sei visionari decisero di creare una festa nel deserto pochi giorni prima del Labor Day (festività nazionale federale degli Stati Uniti d’America, ndr). Scelsero il deserto Black Rock, vicino a Reno nel Nevada, e crearono Black Rock City, particolare cittadina in vita per pochi giorni. Questa nuova ed effimera comunità aveva e ha tuttora delle regole ben precise e conclude la propria breve vita con l’evento più spettacolare e fotografato della otto giorni del deserto: il Burning Man.

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Letteralmente l’uomo incendiato, il Burning Man è il fantoccio di dimensioni mastodontiche che viene dato alle fiamme alla fine dell’evento e che dona il nome al festival. Il fantoccio non è l’unica cosa che durante gli otto giorni nel caldo deserto prende fuoco, ma il man rimane saldo da venticinque anni come simbolo di un evento conosciuto in tutto il mondo.

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Il Burning Man ha raggiunto la fama internazionale soprattutto grazie alle regole che la comunità impone. Gli abitanti temporanei di Black Rock City, sempre più numerosi negli anni, vivono grazie ad un modello talmente vecchio da essere innovativo. Sulla scia del pensiero hippy, durante il Burning Man non si fa uso di denaro, a Black Rock City non esistono negozi e la tecnologia è off limits (o almeno lo è in gran parte).

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La società del deserto del Nevada si basa sullo scambio, sull’aiuto reciproco e sulla ecosostenibilità. Tutto quello che è necessario viene creato all’interno della cittadina e i rifiuti vengono sgomberati nel pieno rispetto di tutte le norme, non lasciando tracce del proprio passaggio dopo il grande falò finale. Poche regole che vanno a sostituire e cancellare quelle della nostra società, per otto giorni di anarchia controllata.

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A Black Rock City, oltre ai negozi, non esistono regole sull’abbigliamento e sull’uso del fuoco. Anche per questo non è difficile notare uomini e donne correre felici senza vestiti ed edifici di carta e legno bruciare anche prima del vero Burning Man. Spiriti liberi, per pochi giorni, che affascinano la nostra società: affascinante, ma rigida e dominata dall’immagine.

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Il Burning Man è diventato un fenomeno di massa perché rappresenta una fuga temporanea dalla società e l’occasione per provare nuove avventure. Un festival che raccoglie 68mila persone in un vivo paese fantasma per una settimana, l’equivalente di città come Siena e Crotone, e che vede i biglietti d’entrata esaurirsi in pochi giorni ogni anno. Il Burning Man è un evento unico per chi lo vive, ma è così immenso che riesce a regalare scatti unici anche a chi è distante migliaia di chilometri dal deserto del Black Rock, come quelli usati in questo breve articolo.

 

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